This is the question
Iniziamo dal primo dilemma
amletico che ci siamo trovate ad affrontare: optare per lo scrittore fantasma, come forse avrei preferito, non
amo troppo l’esposizione al pubblico, oppure
mettere in chiaro che la parte di struttura letteraria e d’impianto narrativo
fosse a me imputabile?

Due sono i motivi.
Uno è l’ancoraggio
ancora forte alla lingua francese di
Elena, prima ancora di esprimersi in italiano pensa in francese e traduce,
italianizzando i termini che le sfuggono, passando poi direttamente all’idioma
gallico quando le emozioni forti o la velocità richiedono una scorrevolezza
maggiore. Or dunque se è complessa la
lingua parlata ancor di più quella scritta, che per avere senso e
correttezza richiede la conoscenza delle regole.
E poi…
È necessario un certo
allenamento minimal alla scrittura,
come in tutte le cose, non è sufficiente “sentirla” nelle proprie corde bisogna esercitarsi, rodare il sistema di
scrittura personale e iniziare da digiuno non è cosa semplice.
Trasparenza.
Questa è stata la
parola chiave.
Non dovevo scrivere seguendo la mia identità scrittoria personale
ma avvicinarmi alla lingua parlata e
vissuta da Elena, ma era chiaro che la distanza fra Elena e la scrittura
sarebbe stata troppo grande per questo abbiamo deciso di mettere in “chiaro” il nostro tandem,
pedalando insieme nella stessa direzione; indicare il nostro percorso a tutti i
lettori, mettendolo nero su bianco in
seconda di copertina, è stata per noi la scelta più coerente.
Questo anche per ricordarvi che tutte le critiche testuali, che riguardano la scrittura,
l’impostazione, le scelte formali e metaforiche, vanno direttamente a me imputate e a me rivolte.
Ad ognuno il suo carico di responsabilità da assumersi.
Barbara
Immagini My Flick Albums (Barbara Saccagno)