Com’è nato questo libro e di cosa parla?
La “sostanza”, questa ve la racconta Elena, la protagonista vera e reale di tutta questa bellissima storia, ma la “forma” è affar
mio, d’altronde la collaborazione stretta fra noi è nata proprio da questa
esigenza: Elena aveva la fabula
e l’epilogo ma le mancava chi le potesse trasferire su carta.
Ed allora eccomi qua.
Non serviva un’autobiografia puntuale quanto una cronaca ma
una storia che si facesse leggere e c’era il bisogno di attivare un filtro di protezione
e rispetto, di rivivere i ricordi attraverso un’altra lente, quella del
romanzo, dove, però nulla è finzione nei fatti…
E bla, bla, bla,
vi abbiamo già detto tutto, per cui torniamo al punto: la struttura letteraria.
In adesso ve lo racconto io
voglio parlarvi del palinsesto strutturale narrativo del libro, degli escamotage che ho utilizzato per
arrivare alla “scorrevolezza”, l’imperativo di Oltre il Mio Destino, per creare un ritmo di lettura concitato e
accattivante, le scelte letterarie, insomma il progetto libro nella sua essenza formale.
Ergo, in questi piccoli post
destrutturerò ciò che abbiamo costruito per spiegarvelo dal mio punto di vista
meramente tecnico, per tutti coloro che vorranno capire qualcosa in più di
questa straordinaria storia vera.
Vi svelerò come ho affrontato questa sfida, che Elena mi ha
lanciato chiedendomi di scrivere nero su bianco il momento più drammatico della
sua vita, superando il timore di non arrivare alla fine con un “prodotto” che
rispecchiasse la voce di Elena e giocando con tutti i trucchi letterari a me
più cari.
Se vi sono riuscita?
Per citare il buon Manzoni “ai
posteri l’ardua sentenza”, naturalmente.
D’altronde, “così è se
vi pare”, per chiudere citando il mio amatissimo Pirandello.
Alla prossima per iniziare il mio meta-racconto d’analisi
stilistica e progettuale.