Divenuto vedovo ed in ristrettezze economiche invece di
deprimersi scelse di vivere in mezzo al lusso della Costa Azzurra, scegliendo
di trasferirsi nello storico e lussuosissimo
Ma i soldi erano pur necessari e, così, quando alla fine
degli anni ‘50 conobbe l’ereditiera americana Mrs Harkness colse al balzo
l’occasione, a lui serviva rimpinguare le casse e lei desiderava ardentemente
potersi fregiare di un titolo nobiliare, per essere sepolta da Principessa per
un vezzo da ricca sfondata.
Et voilà,
siglarono un bell’accordo matrimoniale: lei riceveva in dono il titolo e lui
poteva amministrare i beni e le finanze di lei in America, a patto che, ad una
eventuale morte prematura della Signora Hussein, lui potesse godere dei frutti
guadagnati dall’amministrazione oculata dei suoi beni ma la dote originaria doveva
ritornare alla famiglia Harkness.
A prima vista sembra un patto sfavorevole al Pascià ma la
sua straordinaria capacità di fare affari giocando in borsa lo fece diventare
nuovamente ricco sfondato nel giro di breve tempo.
Quale regalo di matrimonio ottenne la sua rivincita: la
moglie gli regalò proprio Villa Silvya, che nel frattempo aveva cambiato
proprietario, apparteneva dal 1935 al magnate americano Mr Macomber della
compagnia petrolifera Standard Oil, e nome, era diventata Baia dei Fiori.
La fortuna era tornata a girare per il verso giusto.
I due coniugi, entrambi appassionati d’arte e
d’antiquariato, abbellirono ulteriormente la splendida Baia dei Fiori
arredandola con un gusto vicino all’eccesso barocco e rococò.
Acquistarono mobili antichi, dal XV al XVIII secolo, oggetti
unici provenienti dall’Europa, dalla lontana Cina, dagli Stati Uniti, quadri,
moderni ed antichi, broccati ed arazzi, un patrimonio che valeva una fortuna quasi incalcolabile.
Si circondarono anche della servitù necessaria a gestire
Baia dei Fiori, un esercito, più il personale dedicato alla sua amata “barca”.
Mrs Harkness, ops
la Principessa Harkness Hussein, morì pochi
anni dopo, e Ilhamy grazie al suo fiuto e alla sua sfacciata fortuna in affari
ritornò ad essere single, non si
risposò più, senza eredi diretti e
padrone di un immenso patrimonio che amministrava personalmente, ogni due
giorni si recava a Monaco a gestire i suoi affari.
Il Pascià aveva anche il vizio del gioco, noblesse oblige, era di casa al Casinòdi Sanremo dove giocava fortune ai tavoli dello Chemin de Fer e alla Roulette,
a volte perdeva clamorosamente altre guadagnava cifre da capogiro.
Fine terza puntata, to be continued...
Barbara
Storia Narrata da Elena, Giorgio ed Annalisa Macchiorlatti
Scritta da Barbara Saccagno
Con il contributo dei testi: The Residence of H. E. Ilhamy Hussein Pacha, The Palace Baia dei Fiori, aa.vv. A. Cane, A. J. Tajan, T Curtis Steinert. Stampato dagli eredi di Hussein 1993
Collections de son Excellence Ilhamy Hussein Pacha, Vente à la Ville Baia dei Fiori, catalogo d’asta, A. J. Tajan, foto di P. Sebert, Nizza, 1993
Immagini Giorgio Macchiorlatti Facebook
The Residence of H. E. Ilhamy Hussein Pacha, The Palace Baia dei Fiori, aa.vv. A. Cane, A. J. Tajan, T Curtis Steinert. Stampato dagli eredi di Hussein 1993
Collections de son Excellence Ilhamy Hussein Pacha, Vente à la Ville Baia dei Fiori, catalogo d’asta, A. J. Tajan, foto di P. Sebert, Nizza, 1993