12/04/16

Balmuccia, un teatro e le donne della penna



Ci sono tanti modi di vivere l'08 marzo ed infiniti per passare un pomeriggio di azzurro intenso.

Noi abbiamo avuto la fortuna, ed il piacere, di essere invitate dalla nostra cara compagna di viaggio Piera Mazzone, direttore della biblioteca Farinone Centa di Varallo, a partecipare ad pomeriggio speciale dedicato alle Donne della Penna nella splendida cornice del teatro sociale di Balumuccia.

 Amici cari, un vero gioiello architettonico nascosto che ho avuto il piacere di scoprire in un'occasione speciale. 

Il teatro sembra essersi cristallizzato nel 1877, anno della sua inaugurazione: appesi alle pareti ottoni e locandine storiche arricchiscono gli affreschi, chiudendo gli occhi si poteva udire il frusciare degli abiti 'della festa' indossati dalla gente del paesello per le serate "a teatro"; è un affresco del Paese appena unificato, quell'Italia che voleva crescere attraverso la socialità condivisa che portava sin nei luoghi più sperduti spazi sociali dove convivere, rafforzando il senso di comunità. 

Davvero una sorpresa che mi ha lasciato incantata, non lo conoscevo e già solo per questo "Val bene una messa" , come diceva Enrico IV di Navarra.

Sul palco, poi, è stato bellissimo, una scenografia a salotto facilitava la famigliarità fra le penne al femminile, voci della Valsesia Montana che dialogavano in un ritmo morbido fatto di intrecci di note diverse per creare una melodia ricca di sfaccettature ed emozioni, accompagnate da musica e parole del poeta e cantautore Pierangelo Pitto.

Un viaggio d'atmosfera che ha coinvolto pubblico e relatori che insieme hanno navigato fra i ricordi della vita di oggi e dell'altro ieri, quello che oggi ci pare lontano anni luce eppure è ancora vivo nelle nostre tradizioni e nelle nostre esistenze: ci siamo messi allo specchio per un raffronto, incontro, scontro fra li Nord ed il Sud dello Stivale attraverso la storia di famiglia, vita vissuta e narrata da Maria Augusta Galletti, penna felice custode del tempo che fu; immedesimate nelle pagine intense della storia di Elena, la forza e la speranza condite da qualche intermezzo divertente, perché un sorriso cambia il senso ad una giornata; divertite con le mordaci, argute e satiriche parole delle canzoni vernacolari del Carnevale, da qualche anno aperte anche alla vivacità femminile. Gustosi ritratti sociali che partono dai fatti del mondo per arrivare sino a quelli del rione, scritti con la salacità di espressioni dialettali - che non rendono nella traduzione in lingua italica - che sanno creare tocchi di ironia pungente eppur garbata. 
E che dire della bibliotecaria di Campertogno che ligure scrive in perfetto dialetto valsesiano? 
Meraviglia dell'amore profondo per la cultura, che è ciò che siamo, siamo stati e saremo. 

La sensibilità e la professionalità di Piera ad orchestrare con maestria e partecipazione questo coro polifonico in rosa, con il suo tocco delicato e sapiente ha creato l'armonia e la compartecipazione vivida che ha creato cultura, scambio e condivisione.

Contente di aver avuto l'onore di parteciparvi. 
Che dirvi di più ?

Ah , per noi anche un regalo in più, la piacevole sorpresa di realizzare un'intervista per Oltre il Mio Destino con la giornalista Lorella Morino, per Obiettivo Valsesia webtv, che ringraziamo tantissimo per averci dato questa preziosa opportunità creando le condizioni per realizzare il video in tempi strettissimi, grazie anche a Giovanni, il cameramen.

Non possiamo che ringraziare le tante persone meravigliose che incontriamo sulla nostra strada!

Barbara



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