30/06/16

Scorrere



L’imperativo di Oltre il Mio Destino

La musicalità del verbo onomatopeico scorrere è sempre stata per me affascinante, tutte quelle r vibranti nel pronunciarlo evocano immagini di acqua corrente che veloce scivola gorgogliando libera nel letto di un torrente cristallino.

Scorrere è stato l’imperativo per scrivere un romanzo leggibile velocemente, con facilità e senza ostacoli fino alla fine, in una sorta di corsa a perdifiato fermata solo dopo aver letto l’ultima parola, quando il libro si chiude e si può prendere fiato.

La storia nella sua cruda verità era potente e drammatica, tanto, troppo, necessitava, seguendo anche la volontà di Elena, di elementi e di escamotage per renderla leggibile, aggiungendo altri elementi che potessero distrarre ed alleggerire il carico ma anche scegliendo una scrittura che facilitasse il compito al lettore.

Dove la storia non riusciva a togliersi le zavorre era la tecnica di scrittura a farlo.

Il lavoro più grande è stato proprio quello di limare, lisciare e rifinire per renderla scorrevole: un emozionante scivolo acquatico dove buttarsi col fiato sospeso ad altissima velocità per tuffarsi liberi nella piscina sottostante dove nuotare finalmente in tranquillità.

Ad onor di metafora…

Gorgogliano forza e coraggio fra le anse ripide di un torrente montano in piena, sbattono contro i sassi, rotolano, si levigano ma non affondano, depositate sulla riva assolata al tornare del sereno brillano sotto l’azzurro del cielo che ha allontanato le paurose nubi, gonfie di pioggia battente e grandine, per far posto al caldo astro solare che riscalda e riporta il sorriso…

Barbara








Immagini My Flick Albums  (Barbara Saccagno)





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