L’imperativo di
Oltre il Mio Destino
La musicalità del verbo onomatopeico
scorrere è
sempre stata per me affascinante, tutte quelle
r vibranti nel pronunciarlo evocano immagini di acqua corrente che veloce
scivola gorgogliando libera nel letto di un torrente cristallino.
Scorrere è stato l’imperativo
per scrivere un romanzo leggibile velocemente, con facilità e senza ostacoli
fino alla fine, in una sorta di corsa a perdifiato fermata solo dopo aver letto
l’ultima parola, quando il libro si chiude e si può prendere fiato.
La storia nella sua
cruda verità era potente e drammatica, tanto, troppo, necessitava, seguendo anche la volontà di Elena, di elementi e di escamotage
per renderla leggibile, aggiungendo altri elementi che potessero distrarre ed
alleggerire il carico ma anche scegliendo
una scrittura che facilitasse il compito al lettore.
Dove la storia non riusciva a togliersi le zavorre era la
tecnica di scrittura a farlo.

Ad onor di metafora…
Gorgogliano forza e
coraggio fra le anse ripide di un torrente montano in piena, sbattono
contro i sassi, rotolano, si levigano ma non affondano, depositate sulla riva
assolata al tornare del sereno brillano sotto l’azzurro del cielo che ha
allontanato le paurose nubi, gonfie di pioggia battente e grandine, per far posto
al caldo astro solare che riscalda e riporta il sorriso…
Barbara
Immagini My Flick Albums (Barbara Saccagno)
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